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PENSIERI  &  DELIRI

​Oggi taccio. Non ho parole per questa stagione così irriconoscente, mentre solchi di pietà si allargano sui muri di una città che non conosco. Non è il buio che mi assale che si prende la mia anima, ma la luce che si scansa e volteggia sopra i balconi fioriti. Oggi taccio e la luce non rincorrerà la mia voce.

Nel silenzio e nelle nuvole di panna, strisciano gli immortali. Cani affamati di carezzebanchettano con fegato ossidato e tu, tra le frange di un amore adornato a festa, stringi i pugni e lecchi miele.

Oggi nemmeno il tramonto sa trafiggerti. Sei pietra, muschio e tempo andato. Respiri e le tue narici ancora ricordano il profumo dei panni stesi sopra le fogne di una città che guarda il mare.

Sorridi ignaro, mentre artigli innocenti ti lacerano i ricordi. Ti specchi in una pozza di fango e la Dea bendata, morente, tende una mano scarna e viola. Sotto i tuoi vestiti, farfalle colorate solleticano una vita passata. Una volta, eri un giocoso menestrello. Ora solo un uomo.

Quella donna è fatta di fragole e sacrifici, pensa l'uomo che l'accompagnò un giorno, al di là delle umide mura. L'albero segnatempo sta per dare i suoi frutti e la terra si apre, urlando il suo disgusto per ciò che racchiude. Visi deformi e sorrisi sdentati, banchettano tra i fumi dell'inferno. Dov'è colui al quale abbiamo strappato gli occhi sulla croce? A braccetto si sfila, lasciando odore di zolfo e carni cotte.

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